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Vino e Libri! Ovvero, emozioni e sensazioni della lettura in un sorso di enoico piacere!

Seconda edizione dell’originalissimo Evento Culturale Non VERSIAMO senza VERSI: Alchimia tra libri e vino. Una singolare occasione per leggere insieme un passo di un romanzo sorseggiando nel contempo un buon vino in cui riflettere emozioni e sensazioni della lettura stessa. Gli  Amici della biblioteca di San Salvatore Telesino quest’anno ampliano l’iniziativa giunta alla sua seconda edizione,  aprendosi alla collaborazione con l’Associazione Culturale Enogastronomica IL TERROIR, ed aggiunge la presenza del sommelier nella serata per guidare la degustazione di ben quattro diversi vini durante la lettura collegiale di brani letterari di vario genere e stili, così come vari sono gli stili dei vini in abbinamento. Si può dire, senza tema di smentita, che in questo caso il cibo abbinato al vino sia senz’altro cibo per le menti e per lo spirito. Scoprire come un vino possa accompagnare e sottolineare o, per meglio dire, amplificare le sensazioni e le emozioni di una lettura può rendere ancora più piacevole quel viaggio interiore che ciascun lettore intraprende quando si immerge nel mondo onirico del romanzo; un mondo che sa portarci lontano con la fantasia, ma il più delle volte solo per scoprire la nostra essenza reale, spogliandoci delle sovrastrutture, per guardarci meglio dentro. Allo stesso modo con cui un vino ben abbinato ad una pietanza ce ne fa gustare appieno sapori e sentori, il libro apre la mente a nuovi orizzonti da esplorare, e la fantasia è solo una chiave per aprire senza timori angoli spesso remoti o sopiti delle coscienze, o più semplicemente per svagarsi, distaccarsi da un mondo reale, spesso duro da reggere, rendendolo invece più leggero. Ad ogni modo vino ed arte letteraria si sposano perfettamente poichè entrambi in grado di donare sensazioni, emozioni, stimolare ricordi o piacevole oblìo, infondere un senso di appagamento nel lieto fine o nel finale più inatteso, dal retrogusto amaro oppure dolce, chissà! Nel corso dell’evento si spazierà da Italo Calvino con Se una notte d’Inverno un viaggiatore, a Peter Mayle, Un’ottima annata, fino a Stefania Auci col suo I Leoni di Sicilia. Ma ad ogni partecipante che lo vorrà sarà data l’opportunità di condividere un passo letterario a propria discrezione scelto e proposto. Il tutto condito e impreziosito dagli interventi musicali della Band Mr & Lady Esis. Un evento quindi di elevata condivisione, in un momento storico  in cui pare che troppi uomini sappiano esprimere solo la divisione più buia! I vini abbinati dal sommelier alle varie letture sono una sorpresa tutta da scoprire ma c’è da attendersi solo un’esperienza “inebriante”, ovviamente! Non mancherà una ulteriore sorpresa enologica che ha il sapore di una riscoperta: un sapore antico, molto antico, proveniente addirittura dal nostro medioevo, che solo chi sarà presente potrà gustare. Di più non dirò, almeno per ora, per non spoilerare, come si usa dire oggi!

Antonio Monaco

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L’Austria di Der Winzer e i vini del Sannio di Alessandro Meoli

Nella prima decade del prossimo mese di Novembre, l’Azienda Agricola Meoli, di Dugenta (BN), incontrerà i giornalisti della rivista austriaca DER WINZER, testata commerciale per produttori e consumatori di vino, che pubblica ben 12 numeri all’anno.  Dopo le buone affermazioni sul mercato italiano della Falanghina e dell’Aglianico di casa Meoli, la recente acquisizione di nuovi, importanti clienti nel Nord-Europa (L’Aglianico KRé di Meoli è appena arrivato in Finlandia!) ha probabilmente acceso i riflettori su questa piccola ma vivace realtà del panorama vitivinicolo del Sannio beneventano. L’editore dice: “Der Winzer è la più grande rivista commerciale in lingua tedesca sulla viticoltura. Puntando il dito sul polso dell’era moderna del vino, fornisce contenuti specialistici aggiornati su viticoltura, tecnologia in cantina, marketing, business e gestione del vino. Il mensile ha la funzione di consulente competente nel settore e questo oramai già da alcuni decenni! La rivista specializzata è l’unico mezzo di comunicazione nel settore del vino a partecipare al controllo della circolazione di informazioni serie ed attendibili negli ambienti austriaci”.  Ovviamente l’occhio attento degli intenditori si stende oltre i loro confini nazionali per arrivare anche da noi in Italia, dove la biodiversità del territorio e la qualità dei nostri vini non può sfuggire alle valutazioni di questi qualificati osservatori d’oltralpe! Per questa ragione, il gradito arrivo di un gruppo di giornalisti austriaci in Italia, ovvero in Campania, nel Sannio, nell’Azienda Meoli di Dugenta, non può che riempire d’orgoglio per l’apprezzamento di un lavoro di qualità fin qui svolto ed apre a nuove prospettive di crescita questa sana realtà produttiva del nostro territorio che è, appunto, l’Az. Agricola Meoli!

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Notte dei Licei Classici: Il Vino e la Terra

La terra, il vino, la vita… la storia dell’umanità è preceduta dai mille profumi di questo nettare inventato dagli dei e seguita dalla traccia color sangue di un alimento che da vita proprio come quella linfa vitale che ci scorre nelle vene. Alla notte dei Licei parliamo di cosa lega il mito di Arianna con Ferdinando IV di Borbone e le DOP della Campania 2.0, quella dei socialmedia che non può e non deve perdere di vista il proprio passato, la propria identità. L’Associazione il Terroir è presente all’ evento del Liceo Classico Plinio Seniore di Castellammare di Stabia perché è il luogo giusto dove affermare e significare con forza che non si può scegliere la direzione giusta dove puntare il proprio futuro senza conoscere il proprio passato: sapere da dove veniamo è essenziale per decidere oggi dove vogliamo arrivare nel futuro prossimo, ed un futuro interessante e florido lo si conquista solo se non si disprezza ciò da cui proveniamo. Parole oscure, un papocchio senza senso, un imbroglio di ragionamenti insulsi? No! Una splendida opportunità di scegliere il proprio avvenire e decidere di vivere la propria vita come una sfida, senza accontentarsi.  Un percorso fantastico, nel senso della meraviglia e dell’esaltazione che solo può dare un viaggio “mitico” che dura da millenni. Il viaggio di un elemento che da sempre accompagna l’uomo nella sua storia di vicende vissute tra mito e realtà e che da il giusto senso alle cose che accadono e che ci ricongiungono sempre alle nostre origini ancestrali per confermare che l’uomo è figlio ed espressione della sua terra.

E qual’è questo filo robusto che lega l’uomo alla terra nei millenni se non il frutto del suo ingegno e della sua stessa fatica, magistralmente configurato, e non solo metaforicamente, nel vino? Sì, il vino: un alimento capace di dare sapore alla vita spesso magra del contadino così come di accendere passioni ovvero di dare brio ed eleganza alle tavole dei ricchi e dei poveri, sempre presente quando c’è da sugellare con un brindisi un accordo tra uomini d’affari o per salutare un nuovo anno, una nuova nascita, insomma, per celebrare la vita!

Ed il vino oggi, guarda caso, in un periodo di incertezze, è l’unico elemento (prodotto) a non conoscere crisi, a portare in attivo il bilancio import export, a dare impulso ad una filiera di imprenditori, agricoltori… industriose api operaie, che da sempre fanno i conti col proprio passato per costruire il futuro

Vitigni che provengono da passati a volte burrascosi, risorgono sotto le cure di attenti agronomi ed enologi per riprendersi il giusto posto nella storia dell’uomo. Oggi è sempre più forte in chi opera in questo settore la consapevolezza che legare il proprio vino al territorio in cui nasce significa difenderlo e valorizzarlo; con le DOP  è la terra stessa che difende i propri frutti rendendoli sempre più unici, inimitabili. Quella delle Denominazioni di Origine Protette è l’unica strada per portare nel futuro un vino che abbia una identità sempre più radicata, sempre più riconoscibile e riconducibile al luogo in cui nasce.

Solo se i giovani di oggi riusciranno a capire e portare avanti il valore della biodiversità che in questo piccolo pezzo di mondo abbonda potranno veramente approfittare e far tesoro dell’ immensa ricchezza che li circonda.

Notte dei Licei al Plinio Seniore di Castellammare di Stabia. 13.01.2017
Notte dei Licei al Plinio Seniore di Castellammare di Stabia. 13.01.2017

 

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VINO E JAZZ AL TUNNEL BORBONICO

JAZZ E VINO AL TUNNEL Cosa ci fa IL TERROIR alla Galleria Borbonica che, dalla Reggia di Ferdinando IV, passando ad oltre 20 metri di profondità sotto Piazza del Plebiscito, sbuca dall’altro lato della collinetta di Monte di Dio, in via Morelli, proprio di fronte alla grande Caserma dei Carabinieri? E’ chiaro: seguiamo il nostro istinto che ci porta ad unire storia, arte e  vino in un connubio perfetto! Sì perchè i due grandi capitoli  costitutivi di un popolo e del proprio territorio, la storia e l’arte, si intrecciano tra di loro come espressione di un  mondo, delle sue radici, proprio come i frutti benedetti delle viti campane, che  esprimono vini sempre più apprezzati e riconosciuti nel mondo enologico, per raffinata ed elegante finezza. E raffinata ed elegante è la voce di Simona De Rosa, jazz singer figlia di questa stessa terra napoletana, formatasi tra l’Italia e gli Stati Uniti, che sarà in concerto alla Galleria Borbonica il 30 Aprile, in occasione dell’ International Jazz Day. Il Quartet vedrà affiancarsi alla voce di Simona De Rosa, il piano di Alessio Busanca, il contrabbasso di Aldo Vigorito e la batteria di Luigi Del Prete. il repertorio proposto sarà standard jazz e brani internazionali. Ovviamente, come in ogni performance jazz, l’artista esce ed entra senza soluzione di continuità da schemi mai rigidi, cosa più consona ad altri generi musicali, per dar vita ad improvvisazioni che si inerpicano su scale armoniche che appaiono sempre diverse dando vita ad emozioni sempre nuove, mai uguali a se stesse. Così anche dal pubblico di queste performances ci si aspetta un atteggiamento sciolto, partecipe, mai ingessato in un  formalismo che non appartiene al mondo del jazz. Cosa c’è di meglio allora di un calice di un buon vino da gustare a piccoli sorsi per sciogliersi l’anima e farsi pervadere dalla musica? “Capafresca” è il marchio dei Vini Menduni De Rossi che ci accompagnerà, innaffiando le note del concerto.

SABATO 30 APRILE h 20.30 Vico del Grottone, 4 / Via D.Morelli c/o Parcheggio Morelli

20.30 Guida Turistica 21.30 Concerto & Winetasting

 

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NON è PASQUA SENZA PASTIERA NAPOLETANA

10398901_970695036299269_5509390905807982349_nChe Pasqua sarebbe senza una gustosa pastiera  a concludere il festoso pranzo pasquale ovvero a fare occhiolino da un vassoio, strategicamente lasciata sul tavolino del salotto buono a spandere per la casa il suo accattivante profumo primaverile di fiori d’arancio!?  C’è chi lo considera un dolce addirittura “sociale”, considerando il costume non ancora perduto secondo il quale donne di diverse generazioni, nonne, mamme, nipoti, si riuniscono nelle cucine assieme, dissertando sul modo più corretto di realizzarla, su chi ne detenga la ricetta più originale dell’ originale, facendo gara e sfoggio di saperi tramandati e gelosamente da preservare; e nel mentre tutto ciò accade, come in un rituale parallelo ai sacri riti del triduo pasquale, un numero indefinito di pastiere si moltiplica nelle dispense, pronte ad essere gustate nei giorni di Pasqua, offerte agli amici in visita o regalate ai parenti, in un vero scambio gastronomico nel quale ognuna delle pasticciere domestiche cerca e chiede approvazione, per la soddisfazione di sentirsi dire che sì, quella lì è proprio la vera pastiera napoletana!  Un dolce al femminile dunque perchè si chiama Pastiera, perchè tra le mura domestiche non s’è mai sentito che a farla sia un uomo, perchè il procedimento è così laborioso che solo la pazienza femminile le si addice,; femmina come la Pasqua, femmina come la Primavera, femmina come la ricotta, femmina come l’acqua di fiori d’arancio, la farina, le uova… la sugna! Cosa meglio dell’espressione al femminile di Integrazione culturale, infine, può meglio rappresentare il significato simbolico di questo dolce che nasce a Napoli dall’incontro tra culture diverse: prodotti della campania felix come uova, strutto, latte e ricotta si sposano con il grano, tipicamente d’origine mediorientale, e i fiori d’arancio, giunti a noi sulla via della seta, in un connubio di sapori che a Pasqua resuscita nell’ uomo anche il gusto gioioso della primavera che avanza. A questo punto manca solo la ricetta, quella originale, ma non la scriverò: primo, perchè ne troverete già un sacco e una sporta nella rete di internet; secondo perchè in ogni casa napoletana (…e non!), a quest’ ora ce n’è già una pronta da assaporare; e poi quella che avete davanti, fatta dalla donna di casa di turno, suscettibile e orgogiosa del suo manufatto, vuoi o non vuoi, è sempre la migliore… mi raccomando!

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VIDEO INTERVISTE TERRAMIA

Interviste e resoconti della giornalista Edda Cioffi  sull’ Evento Terramia: Di Vino in Vino di Olio in Olio. Uno spot pubblicitario per la location Villa Aristea che però mette in risalto obiettivi e finalità di una kermesse che punta alla valutazione del territorio sannita e campano, attraverso le voci di Stefano Silvestro, Gennaro Iorio e Antonio Monaco. https://youtu.be/gammVWcK9PY

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IL VINO IN CUCINA: TERRAMIA PRENDE QUOTA

!cid_DB094153-DE1C-4EE8-8DA1-8D8573858322Siamo appena alla seconda edizione del Concorso Terramia ma già abbiamo da raccontare di un evento che ci riempie sempre più di orgoglio e di soddisfazioni. Cominciamo dalle partecipazioni: l’ iniziativa dell’ Associazione IL TERROIR partì da Telese Terme due anni orsono con il coinvolgimento di due Istituti d’Istruzione Superiore e quest’anno sono già cinque quelli che hanno aderito. A parte gli storici , il Liceo Telesia e l’Alberghiero G.Salvatore di Faicchio/Castelvenere, a questa tornata di gara hanno partecipato anche l’alberghiero Aldo Moro di Montesarchio, il Rainulfo Drengot di Aversa e la sezione ad indirizzo enologico di Guardia Sanframondi dell’Agrario di Benevento, il Galilei Vetrone. Addirittura Continua a leggere IL VINO IN CUCINA: TERRAMIA PRENDE QUOTA

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TERRAMIA: ARRIVA LA SECONDA EDIZIONE

LOCANDINA DEFINITIVA TUTTI I LOGHI-di-vino-in-vino...La seconda edizione di TERRAMIA, esposizione di vini ed olii e degustazioni enogastronomiche, quest’anno si arricchisce e… in tutti i sensi! Nuove collaborazioni con gli amici di STUDIOSSEVENTI e del banqueting di SILESIA; Nuovo il titolo: DI VINO IN VINO DI OLIO IN OLIO; Nuova Location, quella di Villa ARISTEA a Frasso Telesino.; Stessa Formula, ma con un contenitore sempre più ricco di eventi. Il Concorso per gli Studenti, dal tema “IL VINO IN CUCINA”, in questa seconda edizione raggiunge ben cinque Istituti: L’Agrario di Benevento/Guardia Sanframondi, gli Alberghieri di Montesarchio, Faicchio/Castelvenere ed Aversa, ed i Licei di Telese Terme. Partecipazioni prestigiose, con l’ AIS  Campania, l’Assoenologi, il gruppo Assaggiatori Associati del Panel della Camera di Commercio di Salerno, ed un ospite di eccezione qual’è Gennaro Iorio, Chef Sommelier dell’ Union de la Sommellerie Française, direttamente da Montecarlo qui con noi ad arricchire la nostra kermesse con la sua alta professionalità. Workshop e show cooking movimenteranno le due giornate di evento, Franco De Luca presenterà il suo ultimo romanzo – LA CHIAMEREMO VITA –  edito da Pironti. Dulcis in fundo, a concludere in festa, faremo baldoria a calici levati durante l’esibizione musicale del Gruppo IDK. TERRAMIA dunque ha intenzione di ripetere il successo della prima edizione telesina per rappresentare sempre più un’occasione da non perdere, con l’unico scopo di esaltare il territorio ed i suoi protagonisti! Appuntamento quindi a Villa Aristea, il 19 e 20 marzo, dalle 10:00 alle 23:00 Strada Provinciale, 50 Frasso Telesino (BN) -Uscita Dugenta sulla FondoValle Isclero.  DA NON PERDERE!!!

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CORSO DI AVVICINAMENTO AL VINO E ALLA ENOGASTRONOMIA

PER QUANTI VOGLIONO SAPERNE DI Più SULL’AMICO VINO: SAPERLO APPREZZARE ed ABBINARE BENE AI PIATTI DELLA NOSTRA GASTRONOMIA.

ABBIAMO PREPARATO UNA MINISERIE DI 4 INCONTRI DIDATTICO/CONVIVIALI DURANTE I QUALI:Immagine

  • CAPIRE Com’è FATTO IL VINO:  Cosa c’è nel mio calice!?
  • CONOSCERE I VINI Più IMPORTANTI:  Io so cosa bevo!
  • IMPARARE A DEGUSTARE: Io so come bere!
  • IMPARARE AD ABBINARE: Io so con cosa berlo!

IL PRIMO MINICORSO SI TERRà PROSSIMAMENTE AL RISTO ARCHIMAGIRUS di TELESE TERME (BN)

IL minicorso E’ ESPORTABILE IN OGNI LOCATION, RISTO, WINERY,  PUB, CLUB… CON QUANTI VOGLIANO FARNE ESPERIENZA!

RICHIESTE DI ADESIONE ED ISCRIZIONI SONO APERTE A CICLO CONTINUO!!!

AD OGNI PARTECIPANTE UN CALICE DA DEGUSTAZIONE E LA TESSERA 2015/16 DELL’ Associazione Enogastronomica Il Terroir, con tutti i vantaggi riservati ai nostri associati.

CONTATTI: www.ilterroir.it  –  cell. 3271917934  –  mail info@ilterroir.it

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CASAVECCHIA: UN VINO TUTTO DA SCOPRIRE, IL PRIVILEGIO DI DEGUSTARE UNA DOC ANCORA POCO NOTA

27Riguardo al vino Casavecchia va subito detto che si è aggiunto alle DOC campane da pochissimi anni e quindi non desta meraviglia il fatto che in tanti non conoscano questo vino e il suo vitigno omonimo. Basti considerare che il suo consumo è appannaggio per più del 50% nella stessa provincia di Caserta dove nasce, il 75% si consuma in Campania e appena il 15% va sul territorio nazionale.; l’ultimo 10% va sui mercati esteri. Dunque potremmo dire che si tratta di una “DOC a kilometri zero”, nel senso che viene consumato soprattutto la dove nasce, il che non è detto che sia un fattore negativo: le cose buone sono spesso nascoste ai più, vanno scoperte, ed in qualche maniera noi, che campani siamo, non me ne voglia chi non lo è, abbiamo il vantaggio ed il privilegio di poterne più facilmente recuperare una bottiglia per degustarlo e fare la sua conoscenza.

L’abbiamo fatto in una delle nostre degustazioni conviviali che ci regaliamo periodicamente con quanti ci accompagnano in un ideale viaggio, anzi no, direi piuttosto concreto, A Spasso tra i Sapori, ed è stata un’esperienza che senza meno raccomandiamo a quanti vogliano conoscere un vino che ha sicuramente molto da dire e raccontare di sè.

bicchiere_nobile[1]Quando scende nel calice il Casavecchia rivela subito una consistenza che già annuncia un carico di sostanza e promette sensazioni intense ed avvolgenti già all’olfatto. Il colore è di un suadente rosso rubino abbastanza intenso, che tende naturalmente al granato con l’invecchiamento, mentre al naso si annuncia con frutti maturi ed un put pourri di mammole e viole secche per presto virare verso sensazioni di buona evoluzione con accenni di spezie esotiche, cannella zenzero, pepe. Questa morbida complessità è pure sostenuta da una diffusa mineralità.

Il Casavecchia, vino, è prodotto all’interno di un territorio ristretto che comprende i comuni di Castel di Sasso, Formicola, Liberi, Pontelatone, e si spinge solo fino a Caiazzo, Ruviano e Castel Campagnano, tra il fiume Volturno e il Monte Maggiore, a nord di Caserta. Da disciplinare, questo vino è prodotto da uve “Casavecchia” per almeno l’85% (il restante 15% uve rosse approvate per  la regione Campania), in due tipologie, “Rosso” e “Riserva”. L’affinamento per la tipologia “Rosso” deve essere di almeno due anni, di cui almeno uno in legno, mentre per il vino “riserva”, tre anni di cui almeno 18 mesi in legno. Titolo alcolimetrico minimo totale: rosso 12,50% Vol, riserva 13,00%Vol. La permanenza in botti non serve a dare al vino un sapore di legno, come erroneamente si può pensare, ma gli concede soprattutto un buon periodo di microssigenazione che ne ammorbidisce i tannini rendendolo, così, ricco e tipicamente suadente.

Le caratteristiche del vino, stando al disciplinare, sono: colore rubino piu’ o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento; olfatto, intenso, persistente, caratteristico; palato, secco, sapido, giustamente tannico, morbido e di corpo;.

Curiosa la storia di questo vitigno, dalle radici antiche ma con sviluppi recentissimi, poichè solo nel 2002 è stato inserito come vitigno autoctono nel Registro Nazionale varietà di Vite del MiPAF. Ciononostante, sembra che esistano in zona ceppi prefillosserici su piede franco, ancora produttivi. Il nome dato a questo vino sa di leggenda: fu infatti un contadino di Pontelatone a trovare, alla fine dell’800, un antico ceppo di questa varietà, chissà come abbandonato e sopravvissuto, ultimo nella zona, all’interno di un rudere nel suo podere e, riprendendo da quella pianta un primo vigneto, il vino che ne traeva era così tipico e buono che le genti del luogo, apprezzandolo, lo identificarono come “ò vino e chella casa vecchia!”… da cui il nome “Casavecchia”. I figli di quel contadino, intervistati negli anni ‘30 del secolo scorso, confermarono il ritrovamento di una vecchia pianta dal fusto superiore ai 20 centimetri di diametro, confermando che quella vite era dunque sopravvissuta pressoché indenne e vitale alle tremende infestazioni di oidio e di fillossera della seconda metà dell’800, riuscendo poi a ripartire per dare vita alla progenie cui oggi si attribuisce questa DOC che definirei stoica oltreché storica! Buona degustazione a tutti!