Che Pasqua sarebbe senza una gustosa pastiera a concludere il festoso pranzo pasquale ovvero a fare occhiolino da un vassoio, strategicamente lasciata sul tavolino del salotto buono a spandere per la casa il suo accattivante profumo primaverile di fiori d’arancio!? C’è chi lo considera un dolce addirittura “sociale”, considerando il costume non ancora perduto secondo il quale donne di diverse generazioni, nonne, mamme, nipoti, si riuniscono nelle cucine assieme, dissertando sul modo più corretto di realizzarla, su chi ne detenga la ricetta più originale dell’ originale, facendo gara e sfoggio di saperi tramandati e gelosamente da preservare; e nel mentre tutto ciò accade, come in un rituale parallelo ai sacri riti del triduo pasquale, un numero indefinito di pastiere si moltiplica nelle dispense, pronte ad essere gustate nei giorni di Pasqua, offerte agli amici in visita o regalate ai parenti, in un vero scambio gastronomico nel quale ognuna delle pasticciere domestiche cerca e chiede approvazione, per la soddisfazione di sentirsi dire che sì, quella lì è proprio la vera pastiera napoletana! Un dolce al femminile dunque perchè si chiama Pastiera, perchè tra le mura domestiche non s’è mai sentito che a farla sia un uomo, perchè il procedimento è così laborioso che solo la pazienza femminile le si addice,; femmina come la Pasqua, femmina come la Primavera, femmina come la ricotta, femmina come l’acqua di fiori d’arancio, la farina, le uova… la sugna! Cosa meglio dell’espressione al femminile di Integrazione culturale, infine, può meglio rappresentare il significato simbolico di questo dolce che nasce a Napoli dall’incontro tra culture diverse: prodotti della campania felix come uova, strutto, latte e ricotta si sposano con il grano, tipicamente d’origine mediorientale, e i fiori d’arancio, giunti a noi sulla via della seta, in un connubio di sapori che a Pasqua resuscita nell’ uomo anche il gusto gioioso della primavera che avanza. A questo punto manca solo la ricetta, quella originale, ma non la scriverò: primo, perchè ne troverete già un sacco e una sporta nella rete di internet; secondo perchè in ogni casa napoletana (…e non!), a quest’ ora ce n’è già una pronta da assaporare; e poi quella che avete davanti, fatta dalla donna di casa di turno, suscettibile e orgogiosa del suo manufatto, vuoi o non vuoi, è sempre la migliore… mi raccomando!
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UN VINO DA CONOSCERE ED APPREZZARE: IL PALLAGRELLO
Parlare di vino può sembrare argomento specifico per cultori di enologia o per amanti della buona tavola ma se si pensa alle storie e alle tradizioni che il vino, questo elemento così atavicamente inserito nella vita dell’uomo, suscita e si porta dietro è facile dimostrare che non è così. Il vino è talmente legato alle vicende umane da arrivare anche a stravolgere la vita e i percorsi, la Storia con la maiuscola, di interi territori o regioni del mondo; è successo con lo Champagne che ha reso celebre nel mondo una piccolissima regione della Francia, con il Brunello che ha legato a filo doppio la sua fama con la realtà del piccolo borgo di Montalcino , con lo Zinfandel che emigrò come Primitivo dalla Puglia di Gioia del Colle per andare a rendere famosa la California come culla dei vini statunitensi, oggi anche di ottime caratteristiche. Ma gli esempi potrebbero essere infiniti: per quanti vini esistano, altrettanti vitigni potrebbero raccontare storie di uomini e di imprese fatte di dura fatica e di grandi risultati raggiunti. Tra queste storie fantastiche se ne inserisce a pieno titolo una tutta campana, quella del Pallagrello, un po’ misteriosa e mai abbastanza conosciuta. Come un brigante di memoria borbonica, questo vitigno si aggira tra le colline caiatine, in un territorio ben circoscritto e riconoscibile, dove per secoli ha spadroneggiato e da dove non è mai stato cacciato ma è stato però costretto pure a nascondersi. Infatti, parlando di Borboni, era il Re Ferdinando che nutriva una vera e propria venerazione per quest’uva, ben nota alla sua epoca, da cui si produceva un vino di cui egli andava matto; tanto che, istituendo una vigna a San Leucio, dove aveva voluto raccogliere in un coreografico “ventaglio” tutte le uve principali del suo regno, al Pallagrello fece riservare spazio sia per la varietà a bacca bianca che per quella a bacca rossa. Poi la terribile devastazione della fillossera, pur se arrivata tardi in Campania, ed altre avversità del dopo-unità d’Italia, in primis le guerre, ne fecero quasi perdere le tracce: il brigante Pallagrello non era morto… ma umiliato, sì! Infatti, nonostante le caratteristiche di quest’uva fossero ben note e riconosciute dagli agronomi dell’epoca, come dimostrano gli scritti del Froio di fine ‘800, la varietà a bacca bianca veniva sempre più identificata con la Coda di Volpe, un’uva presente anch’essa sullo stesso territorio ma non ancora nota sul mercato nazionale, mentre quella a bacca nera era confusa con l’aglianico. Ma c’è di peggio: un grappolo tendenzialmente spargolo e dai chicchi piccoli non può dare rese eccezionali e ciò convinse tanti viticoltori a far giungere anche in Campania i ben più prolifici sangiovese e trebbiano. Questa politica della quantità a scapito spesso della qualità ma soprattutto a danno della ricchezza rappresentata dall’unicità e dalla tipicità di una varietà autoctona , è andata avanti almeno fino agli anni ‘80 del secolo scorso. Poi è iniziato un graduale e inarrestabile recupero di tutte quelle biodiversità, sancite nel Registro Nazionale delle uve da vino e nel 2002 è arrivato il turno del “brigante” Pallagrello che, finalmente uscito dalla latitanza, ha ripreso posto con tutti gli onori nel disciplinare IGT Terre del Volturno.
Oggi, il terroir delle colline caiatine, con la sua consistenza argillosa, oltre a segnare un confine netto e riconoscibile tra le province beneventana e casertana, è evidenziato bene dalla prevalente presenza di ulivi, nell’ apprezzata cultivar “caiazzana”, e sempre più sono le piccole aziende che ridanno spazio, attenzione e dignità al Pallagrello, sia bianco che nero. L’esposizione a sud-est delle colline garantisce un’ottima esposizione, assieme alla fresca ventilazione offerta dalla presenza del massiccio del Matese alle loro spalle. La buona vocazione agricola delle colline è pure sancita dalla presenza di castelli, a Caiazzo, a Castel Campagnano, vestigia di un passato nobiliare che in queste terre vedeva un luogo fertile e fonte certa di risorse remunerative. Oggi la tendenza di questo terroir è quella di riprendersi un ruolo trainante, non più da latitante, ed il Pallagrello può ricoprire di sicuro un ruolo da protagonista.
Ma quali siano i profumi, i sentori, le sensazioni organolettiche che questi due vini, il Pallagrello bianco e il Pallagrello nero, sanno suscitare, evocare, non è argomento da trattare qui, ma a tavola con amici che abbiano la nostra stessa voglia di scoprirlo. Venerdì sera, 23 Ottobre, ci ritroveremo con quanti vorranno esserci all’Archimagirus di Telese in una cena-degustazione bagnata dal Pallagrello e poi sapremo dire se pure noi, calandoci per un attimo nei panni di un reale di casa Borbone, avremo avuta voglia di dire con lui – “io escò pazz ppé chistu vinò”!
L’Indicazione Geografica Tipica Terre del Volturno, nella quale oggi rientra a pieno titolo anche il Pallagrello, comprende i Comuni: Capriati al Volturno, Gallo, Fontegreca, Ciorlano, Prata Letino, Valle Agricola, San Gregorio Matese, Pratella, Ailano, Raviscanina, Sant’Angelo d’Alife, Piedimonte Matese, San Potito Sannitico, Castello Matese, Baia Latina, Alife, Gioia Sannitica, Dragoni, Alvignano, Liberi, Ruviano, Chiazzo, Castel Campagnano, Piana di Monteverna, Castel Di Sasso, Pontelatone, Fornicola, Giano Vetusto, Pignataro Maggiore, Pastorano, Castel Morrone, Vitelazio, Bellona, Casigliano, Capua, Grazianise, Santa Maria La Fossa, Cancello Arnone, Castel Volturno, Villa Literno, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Macerata Campania, Casapulla, San Prisco, Casagiove, Portico di Caserta, Recale, San Nicola in Strada, Capodrise, Marcianise, Caserta, Maddaloni, Valle di Maddaloni, Cervino, Santa Maria a Vico, Arienzo, San Felice a Cancello, Curti, Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Villa di Briano, Frignano, Casaluce, Teverola, Carinaro, Gricignano d’Aversa, Succivo, Orta di Atella, San Marcellino, Trentola-Ducenta, Parete, Lusciano, Aversa, Cesa, Sant’Arpino, Casapesenna, San Marco Evangelista (tutti in provincia di Caserta).
LETTERA APERTA AL SANNIO QUOTIDIANO
Che il giornalismo sia cosa seria, per quanto possa incidere l’informazione nella vita di una società, è risaputo. Il fatto è che l’informazione può essere palesemente deviata oppure netta e sincera, può descrivere un fatto asetticamente oppure contenere una interpretazione di parte: in ogni caso essa produce un effetto nella pubblica opinione e di ciò se ne assume piena responsabilità colui che quella informazione ha diffuso. Ma l’informazione più corretta o il commento più equilibrato non esimono il giornalista da un altro compito che è quello della lettura approfondita dei fatti affinché da essi emerga ciò che a volte una pura descrizione superficiale non descrive ma che può rappresentare “LA” notizia, l’informazione davvero importante per il lettore, ancora più importante del fatto stesso. Un esempio? Continua a leggere LETTERA APERTA AL SANNIO QUOTIDIANO
PRESENTAZIONE LIBRI DI GIOVANNI MILAZZO ALLA SALA GOCCIOLONI. TERME DI TELESE
Il 24 Gennaio 2014, ore 18.00, IL TERROIR partecipa alla presentazione di due libri di Giovanni Milazzo con un cocktail di chiusura offerto a tutti i partecipanti. Accolto dal Sindaco di Telese Terme Pasquale Carofano, da Antonio Grimaldi, Presidente della Proloco Telesia e soprattutto dal Parroco di Telese don Gerardo Piscitelli, l’ eclettico autore presenta due opere sostanzialmente diverse ma profondamente unite da un tema fondamentale: l’ amore. Continua a leggere PRESENTAZIONE LIBRI DI GIOVANNI MILAZZO ALLA SALA GOCCIOLONI. TERME DI TELESE
MERCATINI NATALIZI E… ARTE DEL DONO!
Il periodo che precede il Natale è sempre stato propizio per pensare un po’ di più a chi ci è caro con la ricerca di un omaggio, un dono da porre o far arrivare sotto l’albero di chi vogliamo che si senta amato e ricordato. Oggi come oggi, la crisi economica e sociale che ci attanaglia sembra averci sottratto questa specie di diritto che ritenevamo ormai acquisito, quello cioè all’oblìo, al leggero e piacevole dedicarsi alla propria ed altrui felicità nella ricerca di un pur piccolo dono da scovare, rintracciare, scegliere: Continua a leggere MERCATINI NATALIZI E… ARTE DEL DONO!
MERCATINO NATALIZIO ENOGASTRONOMICO A TELESE TERME
TELESE TERME – DOMENICA 7 DICEMBRE: MERCATINO NATALIZIO CON VINI, PRODOTTI TIPICI, MA ANCHE LIBRI E TANTE IDEE REGALO. IL TUTTO CONDITO DA BUONA MUSICA PER RENDERE FESTOSO CON POCA SPESA UN NATALE IN APPARENZA UN Po’ SOTTOTONO! A ciascuno di coloro che ci faranno visita per un acquisto un simpatico regalino da estrarre a sorte. Continua a leggere MERCATINO NATALIZIO ENOGASTRONOMICO A TELESE TERME
CONCORSO TERRAMIA – ULTIMI GIORNI PER IL RITIRO DEI PREMI
Scade il 31 Agosto il termine ultimo per reclamare il proprio premio, pena la decadenza dal diritto a riceverlo. Il Concorso TERRAMIA ha premiato non solo i giovani autori dei lavori ma anche coloro che visitando la mostra a Luglio hanno poi espresso la loro preferenza lasciando nel Libro delle Presenze un numero di cellulare. I numeri telefonici, abbinati all’estrazione del Lotto del 26/7/2014, sono i seguenti: 3459298275 ; 3892197090 ; 3289264673. I fortunati possessori di queste SIM sono invitati a palesarsi SCRIVENDO SULLA MAIL DEL SITO info@ilterroir.it , oppure sulla PAGINA FB: il terroir ! Restano da ritirare: un orologio da polso offerto da Trilogia ; due ingressi gratuiti allaSPA Aquapetra. AFFRETTATEVI!
TERRAMIA E’ ANCORA A TELESE TERME DOMENICA 3 AGOSTO
Vino, prodotti tipici, buona musica ed un salotto, quello buono di Viale Minieri a Telese Terme: TERRAMIA2014
non è finita! Il maltempo di domenica scorsa ci ha costretti ad uno stop ma non ad annullare la terza serata dell’Evento telesino. Le previsioni per il prossimo w.e. sono incoraggianti: via le nubi, via la pioggia, via le incertezze! Domenica 3 Agosto si riapre su viale Minieri, il salotto buono di Telese Terme, alle 19.00 con la premiazione del Primo Concorso per Studenti delle Superiori appena conclusosi. E poi musica soft per accompagnare le degustazioni di vini e prodotti del Sannio. Siete tutti invitati a brindare con noi alla conclusione della Prima Edizione di TERRAMIA2014!
ARRIVANO I VINCITORI DI TERRAMIA
Conclusa la mostra sia fotografica che di lavori sulle risorse del Sannio, arriva la premiazione del Primo Concorso Terramia.
La giuria composta tra gli altri dal Sindaco di Telese Terme, dal Presidente della Pro Loco Telesia e dal Presidente della nostra Associazione, ha decretata la vittoria del lavoro di gruppo di tre ragazze dell’IIS Telesia, Antonietta Tommaselli, Ada Verrillo e Anna Vitelli. Le tre studentesse riceveranno in premio la possibilità di svolgere uno stage formativo nel resort AQUAPETRA, nonché altri premi messi in palio da Il Terroir. Saranno comunque premiati anche gli autori di altri due lavori presentati al Concorso, per gratificare la buona volontà e l’impegno dei ragazzi che si sono cimentati nella gara. Premi anche tra coloro che hanno espresso il loro voto/giudizio sulle opere in gara, lasciando la possibilità di essere individuati tramite un numero telefonico. La premiazione ufficiale avverrà domenica 3 Agosto, alle 19.00, lungo viale Minieri, in apertura dell’ultima serata di Terramia, la kermesse di vini e prodotti del Sannio organizzata da IL TERROIR in collaborazione con la Pro Loco Telesia e col Patrocinio morale della Città di Telese Terme. Il maltempo di questa strana estate non impedisce di dire, tirando le somme, che la prima edizione di Terramia si chiude con un bilancio abbastanza positivo sia di pubblico che soprattutto per la buona integrazione e collaborazione avviata tra i vari soggetti coinvolti in ambito organizzativo. Molto ancora si può fare per migliorare il progetto ma ormai la rotta è tracciata e se Terramia può essere un anello in più per ricongiungere la gente alle bellezze del Sannio, benvenga la prossima edizione, magari in collaborazione con altre manifestazioni del territorio, per creare una rete di attività che sia sempre più efficace! Ad maiora! Antonio Monaco